Il rover della NASA ha rilevato scariche elettriche su Marte, confermando un fenomeno precedentemente teorizzato ma mai osservato direttamente. La scoperta, riportata mercoledì, non è il drammatico fulmine da nuvola a terra familiare dalla Terra; assomiglia invece all’elettricità statica su scala minuscola.
Cosa è stato osservato?
Il “fulmine” marziano non sono gli imponenti fulmini ad alta tensione visti sul nostro pianeta. Gli scienziati lo descrivono come più simile al piccolo shock ricevuto toccando il metallo dopo aver camminato su un tappeto. Queste scariche misurano solo pochi centimetri di lunghezza, il che le rende appena visibili, ma rappresentano comunque una prova innegabile dell’attività elettrica nell’atmosfera marziana.
Perché è importante
Questa scoperta rimodella la nostra comprensione dei sistemi meteorologici marziani. Anche se su Marte mancano le nubi dense e ricche di umidità necessarie per i fulmini di tipo terrestre, queste piccole scariche suggeriscono processi atmosferici che potrebbero generare eventi elettrici più grandi in condizioni diverse.
La presenza anche di queste scariche minori dimostra che l’atmosfera marziana è più attiva elettricamente di quanto si pensasse in precedenza. Ciò potrebbe avere implicazioni per la comprensione della formazione dei diavoli di polvere, della chimica atmosferica e persino della potenziale abitabilità.
Contesto e implicazioni
Il team dell’Istituto di ricerca di astrofisica e scienze planetarie di Tolosa, in Francia, guidato da Baptiste Chide, studia da anni l’attività elettrica marziana. La loro ricerca suggerisce che queste scariche si verificano a causa dell’attrito tra le particelle di polvere nella sottile atmosfera marziana, un fenomeno che potrebbe diventare più comune durante le tempeste di polvere.
Questa scoperta non riguarda solo i fulmini. Si tratta di capire come l’elettricità interagisce con la polvere su Marte, il che è fondamentale per interpretare i dati di altri strumenti e prevedere il futuro comportamento atmosferico.
I risultati sollevano interrogativi sulla possibile esistenza di eventi elettrici più forti su Marte, magari nascosti all’interno di tempeste di polvere o ad altitudini più elevate. Saranno necessari ulteriori studi per determinare se il pianeta potrà mai supportare un’attività elettrica su larga scala simile a quella della Terra.
In breve, queste minuscole scintille confermano che Marte è elettricamente carico, mettendo in discussione le ipotesi precedenti sul suo comportamento atmosferico e aprendo nuove strade per la ricerca.
