Alcuni cani possiedono una straordinaria capacità di classificare i giocattoli non in base al loro aspetto, ma a come vengono utilizzati durante il gioco. Una nuova ricerca rivela che questi “studenti di parole dotati” possono persino applicare queste categorie a nuovi giocattoli, dimostrando un livello di flessibilità cognitiva precedentemente non apprezzato negli animali. Questa non è una semplice memorizzazione; è la capacità di dedurre e applicare etichette funzionali basate esclusivamente sul contesto.
L’esperimento: categorizzazione basata sul gioco
I ricercatori dell’Università Eötvös Loránd in Ungheria hanno studiato se i cani potessero classificare i giocattoli in base all’uso piuttosto che alle caratteristiche fisiche. Lo studio ha coinvolto 11 cani noti per il loro ampio vocabolario di nomi di giocattoli, in particolare border collie. I proprietari coinvolgevano i loro cani in giochi di “tiro” (tiro alla fune) o “lancio” (recupero) con una varietà di giocattoli. L’elemento chiave era che i giocattoli venivano assegnati a una categoria in modo casuale, il che significa che una corda poteva essere designata come un giocattolo da “lancio” con la stessa facilità con cui un peluche.
Il processo è continuato finché i cani non hanno associato in modo coerente ciascun giocattolo all’attività designata. Quindi, ai cani sono stati presentati nuovi giocattoli e è stato chiesto loro di “portarmi un tiro” o “portarmi un tiro”, senza che i proprietari vocalizzassero le categorie. I risultati sono stati sorprendenti: i cani hanno identificato correttamente la categoria di un nuovo giocattolo in 31 prove su 48, pur non avendo mai sentito l’etichetta applicata a quello specifico oggetto.
Implicazioni per la cognizione animale
Questo studio si distingue per l’ambientazione naturalistica. A differenza delle ricerche precedenti condotte in laboratori con addestramento formale, questo esperimento ha avuto luogo nelle case dei cani durante regolari sessioni di gioco con i loro proprietari. Questo approccio riduce al minimo l’influenza dei segnali esterni e si concentra sulla capacità dei cani di apprendere attraverso l’interazione sociale.
I risultati suggeriscono che i cani non memorizzano semplicemente le etichette, ma deducono attivamente categorie funzionali basate sul contesto. Come osserva l’antropologa evoluzionista Vanessa Woods della Duke University, ciò dimostra un livello di sofisticazione cognitiva precedentemente sottovalutato. I cani sono stati in grado di classificare in base all’uso, non all’aspetto, dimostrando di poter generalizzare le etichette a nuovi oggetti senza alcun addestramento esplicito.
Ricerca futura
I ricercatori intendono indagare su quali altre categorie mentali i cani possono apprendere ed esplorare l’attività cerebrale sottostante coinvolta. La capacità di categorizzare in base all’uso potrebbe essere solo un esempio di una capacità cognitiva più ampia. I risultati di questo studio forniscono un quadro prezioso per le future indagini sull’intelligenza animale e sull’evoluzione dei processi di pensiero complessi.
La ricercatrice principale dello studio, Claudia Fugazza, descrive questi dotati studenti di parole come “ambasciatori della comprensione della cognizione del cane”. Anche se non tutti i cani possiedono questa abilità, i risultati suggeriscono che il potenziale cognitivo dei cani è molto maggiore di quanto si pensasse in precedenza.
In definitiva, questa ricerca evidenzia la straordinaria capacità dei cani di apprendere, adattarsi e classificare il mondo che li circonda, dimostrando un livello di flessibilità cognitiva che continua a sorprendere e a sfidare la nostra comprensione dell’intelligenza animale.





























