I neuroscienziati dell’Università di Cambridge hanno identificato cinque fasi distinte dello sviluppo del cervello che si verificano nell’arco della vita umana, contrassegnate da quattro punti di svolta critici. Questa ricerca fornisce una comprensione fondamentale di come la struttura del cervello si evolve dalla nascita alla vecchiaia, facendo luce sulle capacità cognitive e sulle potenziali vulnerabilità nelle diverse fasi della vita.
I primi nove anni: rapido consolidamento della rete
Dalla nascita fino a circa nove anni, il cervello subisce un intenso consolidamento della rete. Inizialmente, il cervello produce in eccesso le sinapsi – connessioni tra i neuroni – prima di eliminare quelle utilizzate meno frequentemente. Questo periodo vede una rapida crescita sia della sostanza grigia che di quella bianca, portando ad un aumento dello spessore corticale e alla stabilizzazione delle pieghe cerebrali. All’età di nove anni, questa fase culmina in un significativo salto cognitivo, ma anche in un aumento del rischio di disturbi di salute mentale.
Adolescenza: picco di efficienza neurale (età 9-32)
La fase adolescenziale, che dura fino ai 32 anni circa, è caratterizzata da una continua crescita della sostanza bianca e da una raffinata organizzazione neurale. Quest’era dà priorità all’efficienza: connessioni più brevi e comunicazione rapida attraverso l’intero cervello. Questo periodo è legato al miglioramento delle prestazioni cognitive. I ricercatori hanno scoperto che i cambiamenti direzionali più significativi nel cablaggio cerebrale si verificano intorno ai 32 anni, segnando la fine dell’adolescenza da un punto di vista puramente neurologico.
Età adulta: stabilizzazione e compartimentazione (età 32-66)
Al raggiungimento dei 32 anni, il cervello entra in un lungo periodo di relativa stabilità, che dura circa tre decenni. Durante questa fase adulta, l’architettura del cervello si stabilizza, sebbene le regioni diventino gradualmente più compartimentate. Ciò corrisponde ad un plateau nello sviluppo cognitivo e della personalità osservato in altri studi.
Invecchiamento precoce: graduale riorganizzazione della rete (66-83 anni)
Intorno ai 66 anni, il cervello inizia una sottile riorganizzazione delle reti, potenzialmente legata all’inizio dell’invecchiamento e alla degenerazione della sostanza bianca. Questa è anche l’età in cui iniziano ad aumentare i rischi per condizioni come l’ipertensione, che possono influire sulla salute del cervello. Il punto di svolta è lieve, ma in media sono ancora rilevabili cambiamenti significativi nelle reti cerebrali.
Invecchiamento tardivo: dipendenza localizzata (età 83+)
La fase finale, che inizia intorno agli 83 anni, vede un declino della connettività cerebrale globale con una maggiore dipendenza da regioni specifiche. Sebbene i dati su questa fase siano limitati, il cambiamento suggerisce una transizione dalla coordinazione dell’intero cervello ad un’attività più localizzata.
“Capire che il percorso strutturale del cervello non è una questione di progressione costante, ma piuttosto uno dei pochi importanti punti di svolta, ci aiuterà a identificare quando e come i suoi collegamenti sono vulnerabili alle interruzioni”, ha affermato il professor Duncan Astle dell’Università di Cambridge.
Questa ricerca, pubblicata su Nature Communications il 25 novembre, sottolinea l’importanza di riconoscere questi cambiamenti strutturali per comprendere lo sviluppo neurologico, la salute mentale e le condizioni neurologiche. I risultati suggeriscono che le differenze nel cablaggio del cervello predicono difficoltà in aree come l’attenzione, il linguaggio e la memoria, evidenziando in definitiva la necessità di approcci specifici per età alla salute del cervello.
